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Rifiuti
Con l’art. 3 par.1 Directive 2008/98 on waste la Comunità Europea ha corretto il vecchio concetto di rifiuto contemplato nell’art 183 D.L. 152/2006, per cui si è passati dal concetto di disfarsi di un materiale di fine processo produttivo al concetto di recupero o smaltimento.
Questa in breve la metamorfosi del codice dei rifiuti che regola l’obbligo di destinazione di qualsiasi materiale dei scarto e ne prevede il riuso nei casi di circolarità virtuosa.
Un caso di economia di circolare è la creazione di un micro distretto in corso di costituzione nella zona industriale di Gioia del Colle dove è già insediata una batteria in serie di fotobioreattori che ricevono i reflui della lavorazione del latte, in particolare scotta e latticello (classificate come acque di filatura casearia) per allevare micro e macro alghe a scopi cosmetici e mangimistici (vedi progetto ORIGAMI).
Tale processo produttivo è innestato con il nascente digestore di biometano situato di fianco al depuratore industriale, mai utilizzato dalle aziende, e prospiciente l’impianto di recupero reflui caseari S.I.E.R.A. fermo da circa dieci anni, per un meccanismo di revamping che non solo evita lo spreco di denaro pubblico ma genera una trasformazione virtuosa di scarti organici secondo tali procedimenti:
Tale processo riunisce le best practice di sviluppo e sostenibilità ambientale anche per quanto riguarda il conferimento di acqua nelle vasche di recapito ove è prevista la zona umida naturale, in quanto le acque di fine processo hanno percentuali di nitrati, fluoruri, cloro organico ecc in percentuali bassissime tanto da essere classificate in tabella A3 e quindi atte all’immissione nelle vasche finali o, meglio, alla subirrigazione delle aree verdi prossime alla zona artigianale ed industriale di Gioia del Colle.